Il libro “L’odore della brace spenta” si trasforma -con foto, testi e oggetti – in una mostra.
Il grande spazio al piano terreno di quello che fu uno degli stabilimenti termali di Stabio accoglie la sfida di una nuova trasformazione e diventa contenitore di una personale ricerca che ripercorre un affettuoso viaggio di ritorno. Nella prima gioventù dell’autore, nella sua casa “dove l’Olanda discretamente appariva dappertutto”. E nel dopoguerra della montagna del Ticino del nord. Contiene messaggi d’inchiostro che, per un attimo, come fuochi fatui, raccontano di quando si faceva la mazza sulla porta di casa, si cacciavano le volpi con la stricnina, il venerdì andava in tavola il merluzzo salato e il caffè era quello del pentolino. Ma anche di quando San Faustino veniva portato in processione per far piovere, i negozi erano piccoli bazar dove si trovava di tutto, nelle osterie si giocava a carte e si cantava. E mille altre situazioni, persone, luoghi di una Heimat alpina che ogni anno un po’ svanisce.
La mostra agli ex Bagni propone lo sviluppo di 8 moduli/capitoli
1. La mazza 2. Cereali 3. Castagne 4. Altri cibi 5. Carni dimenticate 6. Case 7. Osterie 8. Negozi
Le fotografie di Lorena Pini e i testi di Martino Giovanettina raccontano le storie di persone, oggetti e cibi che hanno segnato la vita in tre villaggi alpini nel dopoguerra, cercando di individuare ovunque è possibile una traccia antropologica che attraversa l’intero mondo della montagna.
Mostra Franco Valsangiacomo e Andrea Cometti
Mostra Dario Traversi
A più voci -
3 galline dalle uova d'oro- Monica Gorza, Rieko Hagjwara, Izumi Fujwara
Mostra Aziz Elhihi
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